Si parla continuamente di "imprenditoria femminile", ma non si potrebbe dire semplicemente "imprenditoria"? Perché specificare e sottolineare la differenza tra imprenditoria femminile e imprenditoria maschile?
In realtà no, le differenze ci sono eccome ed è utile conoscerle per poterle potenziare ed utilizzare al meglio per lavorare con il proprio target o per ottenere i migliori risultati per i nostri progetti.
Andiamo a vederle insieme?
Iniziamo dalla parte più facile: dove non ci sono differenze.
L'imprenditoria femminile e quella maschile non sono essenzialmente diverse in termini di competenze imprenditoriali necessarie per avviare e gestire un'attività.
Che si tratti di donne o uomini, il marketing, la comunicazione, la vendita, l'amministrazione e tutte i temi di cui parliamo costantemente devono essere materie conosciute.
Tuttavia, ci sono alcune differenze significative nella motivazione, nella cultura aziendale, nella gestione finanziaria e nella leadership.
Una delle principali differenze nell'imprenditoria femminile è la motivazione alla base della decisione di avviare un'attività. Gli uomini, spesso, tendono ad avviare un'attività con obiettivi di guadagni finanziari maggiori rispetto a quelli ipotizzabili da un lavoratore dipendente o per una maggiore indipendenza lavorativa.
Noi donne, al contrario, siamo generalmente spinte dal work-life balance (la necessità di equilibrare vita professionale e quella privata), di migliorare la nostra situazione economica o di creare un impatto positivo sulla società.
A noi, in sostanza, piace creare progetti con un impatto etico sulla società. Condividiamo valori prima che bilanci e ci basiamo su esigenze prima che su aspettative.
Risulta quindi chiaro, già dai blocchi di partenza, che la cultura aziendale quando si parla di imprenditorialità femminile ha un ruolo essenziale.
La nostra cultura aziendale spesso favorisce un'atmosfera di collaborazione, inclusione e flessibilità.
Alla faccia di chi ci vuole eternamente in lotta, invidiose e poco propense a fare squadra, le aziende fondate da imprenditrici tendono a fare affidamento su reti di supporto personali e professionali, come amici e familiari, associazioni di donne imprenditrici e organizzazioni per il networking.
Per quanto riguarda la gestione finanziaria, ci hanno insegnato che l'imprenditoria femminile spesso affronta maggiori difficoltà a causa di una sorta di timidezza o di vergogna nel gestire le finanze.
Credo invece che il problema stia nelle istituzioni: l'accesso al credito, ad esempio, è molto più difficile per una imprenditrice che per un imprenditore. Noi donne, infatti, possiamo incontrare maggiori difficoltà nel convincere gli investitori o le banche a finanziare le nostre imprese.
La timidezza o la vergogna di cui parlano tutti è spesso riservata alla parte relativa alle vendite, ma ne parleremo.
Infine, noi donne abbiamo spesso un approccio di leadership diverso rispetto agli uomini: tendiamo ad essere più empatiche, a favorire una comunicazione aperta e una gestione partecipativa, in cui coinvolgiamo dipendenti e collaboratori nelle decisioni chiave. Questo tipo di leadership può portare a risultati positivi in termini di performance dell'azienda e soddisfazione dei dipendenti, ma dobbiamo stare molto attente a non farci prendere la mano.
In sostanza: ascoltiamo tutti e decidiamo da sole.
Facile? Non proprio. La prima, grande, difficoltà per le imprenditrici è avere le persone giuste "ai box".
Ma una volta fatto questo, il progetto può partire con i giusti presupposti.